DONI, REGALI E ALTRE UTILITA’. Come sequestrare “al volo” un decisore pubblico

Il rischio corruttivo? Roba da manuale. Il conflitto di interessi? Vecchie chiacchiere da RPCT. Oggi parliamo del vero, attualissimo rischio per i decisori pubblici: il dono volante.
Pare che Donald Trump abbia accettato — o, come direbbe lui, “apprezzato energicamente” — un modestissimo aereo da 400 milioni di dollari regalato dal Qatar. Un dono semplice, sobrio, una cosetta da usare in attesa del nuovo Air Force One. Che sarà pure americano, ma non fa tappezzeria dorata né ha i rubinetti d’oro massaggiati con olii essenziali del Golfo.
Ora, facciamo finta per un attimo di essere in un corso di formazione sull’etica pubblica, davanti a un gruppo di funzionari. Il formatore dice:
– Il funzionario pubblico non può accettare regali che possano compromettere la sua imparzialità.
E giù tutti a sbadigliare. Ma se poi si mostra una slide con scritto:
“Donald Trump. Un Boeing regalato dal Qatar. Valore: 400 milioni. Commento: ‘Perché non dovrei accettare un dono?'”, ecco che la classe si sveglia.
🎁 Quando il dono supera i 150 euro, scatta l’obbligo di non accettazione!
🛫 Quando il dono ha due motori GE, un salotto con fontana e una suite matrimoniale, scatta il sequestro della funzione pubblica.
Perché, vedete, il dono non è mai neutro. È un cavallo di Troia diplomatico, una forma elegante di dire: “Guarda come sono gentile, ma ricorda chi ti ha fatto volare”. E così, senza nemmeno rendersene conto, il decisore pubblico si ritrova ostaggio — non sull’aereo, ma nella propria autonomia.
In gergo tecnico, si chiama “sequestro del decisore”. In gergo popolare, si traduce con:
“Ti sei venduto per una limousine volante, complimenti”.
C’è chi parla di soft power, chi di relazioni internazionali. Noi, più banalmente, vediamo l’effetto gift-wrapping sulla azione amministrativa.
E mentre i giuristi discutono di Emoluments Clause, il funzionario di provincia si chiede:
“Se il POTUS può farsi regalare un jet, io posso accettare la bottiglia di Brunello da parte del fornitore?”
Risposta: NO.
A meno che la bottiglia non venga usata per battezzare una portaerei americana. In quel caso, forse, serve solo una nota informativa.
E allora, cari colleghi della prevenzione, insegnatelo bene ai vostri dipendenti! Non c’è dono che non imponga un vincolo. Ogni dono impacchetta un pezzetto di libertà, lo infiocchetta per bene e lo spedisce all’indirizzo del mittente.
A bordo di un Boeing 747-8, ovviamente.
Con vista sulla democrazia decadente.