Autore: Massimo Di Rienzo

Calendario eventi di formazione Spazioetico 2023/2024
Tra ottobre 2023 e gennaio 2024 l’Associazione Professionale Spazioetico sarà impegnata in un intenso ciclo di incontri di formazione in tutta Italia

LE FONDAMENTA INVISIBILI DELL’INTEGRITA’. Opportunità e limiti delle intuizioni individuali di valore
Quando si visita Venezia e si prende un battello che solca il Canal Grande non ci si rende conto del miracolo ingegneristico che si sta attraversando: Venezia è letteralmente piantata su pali di legno conficcati nella sabbia. “Le fondamenta degli incurabili”: così le chiamava Josip Brodskij, il poeta russo premio Nobel della letteratura.
Le fondamenta invisibili dell’integrità sono invece le intuizioni di valore, con le loro potenzialità e i loro limiti, di cui nessuno parla o sembra accorgersi e che in questo articolo abbiamo provato ad indagare con occhi pieni di stupore dopo aver, per più di dieci anni, ascoltato e condiviso con il personale della pubblica amministrazione italiana storie, piccoli e grandi misfatti, drammi e redenzioni.

LA GRAMMATICA DELL’INTEGRITA’ PUBBLICA. Le nuove competenze per la prevenzione della corruzione
In questo articolo parliamo delle competenze per l’integrità pubblica, che sono qualcosa di molto diverso dalle competenze necessarie per garantire il corretto adempimento degli obblighi normativi. Il concetto stesso di integrità pubblica , e la sua declinazione nei diversi ambiti di intervento, non può ridursi al rispetto formale delle attuali regole stabilite nell’ambito della Legge n. 190/2012 e successive integrazioni.
Le strategie di prevenzione della corruzione, al netto della loro complessità e del tempo necessario alla loro attuazione, non devono essere vissute come dei meri formalismi senza un reale assorbimento da parte dei dipendenti pubblici e delle amministrazioni. Le competenze per l’integrità rappresentano, quindi, l’immagine sullo sfondo che dà significato e profondità all’architettura organizzativa dell’anticorruzione.

IL MONDO NUOVO. Il Principio della Fiducia e la gestione del conflitto di interessi nello schema definitivo del nuovo Codice dei contratti pubblici
Il 1 luglio 2023 è entrato in vigore il nuovo codice dei contratti pubblici. Il nuovo codice è caratterizzato dall’introduzione di tre principi: principio del risultato, princìpio della fiducia e principio dell’accesso al mercato. Dominano la scena i primi due princìpi, mentre sembra in disparte il terzo. Anche la legalità e la concorrenza devono piegarsi al risultato: nella relazione illustrativa si legge che “legalità e concorrenza da sole non bastano, perché l’obiettivo rimane la realizzazione delle opere pubbliche e la soddisfazione dell’interesse della collettività”. Persino la trasparenza è finalizzata al risultato, in quanto funzionale alla semplicità e celerità nell’applicazione delle regole. Un deciso cambio di rotta. Una modifica del DNA stesso della contrattualistica pubblica in un contesto fortemente orientato all’attuazione del PNRR.

IL DELTA DELL’INTEGRITA’. Verso una nuova definizione di valore pubblico
Integrità e risultato interagiscono l’uno con l’altra, determinando il livello di affidabilità e fedeltà degli agenti e dei decisori pubblici e, in ultima istanza, l’intensità del legame fiduciario che lega la collettività dei cittadini al sistema pubblico. Un modello semplice, ma efficace, di questa interazione, può essere sviluppato trattando il valore prodotto da un sistema pubblico come un valore numerico (una quantità) che aumenta o diminuisce nel tempo in funzione della somma tra la variazione del risultato (Δr) e la variazione dell’integrità (Δi).
Quando il sistema pubblico non produce valore, oppure lo distrugge, si possono determinare tre diverse situazioni: “il fallimento del sistema pubblico”, “l’inerzia amministrativa” e “l’amministrazione a saldo zero”, che sono tre diverse facce del malgoverno e della cattiva amministrazione, che possono incidere in modo molto differenziato sull’integrità e sui risultati.).

LE ROI S’AMUSE. Comportamento in servizio e nei rapporti privati
In questo numero parliamo delle regole di comportamento in servizio e nei rapporti privati, definite negli artt. 10 e 11 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (DPR n. 62/2013). E’ un argomento, a nostro parere, molto interessante, perché ha a che fare sul modo in cui deve essere valutata la qualità dei dipendenti pubblici, ma anche dei rappresentanti politici. Cos’è più rilevante: come scelgono e agiscono nell’esercizio della loro funzione, oppure come agiscono nella loro sfera privata? E’ più importante che siano degni del ruolo pubblico ad essi affidato, oppure che usino degnamente tale ruolo?

L’ARCHITETTURA DELL’INTEGRITA’. L’art. 13 del codice di comportamento e la leadership etica
La leadership etica non coincide con gli standard di comportamento attesi dalla dirigenza, elencati nell’art. 13 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici e richiamati in diversi altri articoli del codice. La leadership etica è qualcosa che si pone fuori dalle regole e che, in virtù di questo, può fungere da meccanismo di ancoraggio delle regole.

Quel vecchio ripostiglio chiamato Codice di comportamento
Raramente ci è capitato di essere così allineati alle considerazioni della Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato contenute nel Parere espresso nella Adunanza di Sezione del 12 gennaio 2023. Quando è stato pubblicato lo Schema recante modifiche al DPR 16 aprile 2013, n. 62, “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165”, avevamo segnalato il fatto che le diposizioni dei nuovi articoli 11 bis e ter presentavano numerosi problemi.

LA DIFFUSIONE DEL DISORDINE. Le ingiunzioni valutative dell’art. 12 del Codice di comportamento
Le dichiarazioni pubbliche dei dipendenti e l’orientamento al privato rientrano a pieno titolo tra i problemi emergenti nell’attuale Società dell’Informazione, ma la loro gestione deve tenere conto dei diritti delle persone (innanzitutto della libertà di espressione) e della necessità di supportare i destinatari, che spesso non hanno tutte le informazioni necessarie per interfacciarsi con il sistema pubblico. In questo articolo affronteremo l’art. 12 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici e, in particolare, le regole sulle dichiarazioni pubbliche dei dipendenti e sull’orientamento al privato.

LA CUOCA DI GIULIO CESARE. Gli artt. 6 e 7 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici
Gli articoli 6 e 7 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. n. 62/2013) introducono obblighi di comunicazione e astensione, finalizzati alla gestione del conflitto di interessi, senza tuttavia mai definire chiaramente questo fenomeno. I due articoli contengono lunghi e articolati elenchi di situazioni e relazioni sensibili della sfera privata, che determinano un conflitto di interessi: un po’ come se, in presenza di nuvole nel cielo, le persone aprissero l’ombrello, senza sapere esattamente cos’è la pioggia.

L’INNOCENZA RUBATA. L’adesione o appartenenza del dipendente pubblico ad associazioni od organizzazioni
In questa tappa del nostro viaggio, parleremo dell’art. 5 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici nazionale. Vi condurremo dentro ad un inferno di interferenze, popolato di complici, benefattori, assi nella manica e utili mediatori, che agiscono sotto lo sguardo vigile e severo delle aspettative che si accompagnano ai vincoli associativi e che avvelenano la funzione pubblica.

Nei Paesi evoluti l’etica pubblica privilegia l’indipendenza del decisore pubblico a scapito della lealtà al superiore gerarchico
Nella lotta alla corruzione i Paesi applicano logiche istituzionali che dipendono dalla tradizione storica e culturale dei vari contesti. Le ricerche di Rothstein e Sorak dimostrano come uno degli indicatori dell’evoluzione di una collettività nel prendere seriamente in considerazione i rischi che derivano dai fenomeni corruttivi è l’assetto dei princìpi che governano l’etica pubblica. I […]