Intuizione di valore

Capacità delle persone di assegnare un valore (“giusto/sbagliato”, “sicuro/a rischio”, “opportuno/inopportuno”, “lecito/illecito”, ecc…) ai comportamenti e alle situazioni. Questa capacità non si impara in aula, ma viene sviluppata dalle persone durante il loro percorso di crescita, che li espone a contesti relazionali fatti di persone, interessi, ruoli, regole, prassi e aspettative: la famiglia, la scuola, […]

Capacità delle persone di assegnare un valore (“giusto/sbagliato”, “sicuro/a rischio”, “opportuno/inopportuno”, “lecito/illecito”, ecc…) ai comportamenti e alle situazioni. Questa capacità non si impara in aula, ma viene sviluppata dalle persone durante il loro percorso di crescita, che li espone a contesti relazionali fatti di persone, interessi, ruoli, regole, prassi e aspettative: la famiglia, la scuola, l’università, le esperienze lavorative o associative, e poi le esperienze associate al ruolo pubblico, plasmano le loro intuizioni.

Le intuizioni di valore non dipendono da complesse metodologie di analisi, ma si attivano, anche in presenza di pochissime informazioni, fondandosi su quattro diverse reazioni percettive:

  1. illiceità: cosa può fare (oppure che cosa ha fatto) di male?
  2. logicità: quello che può fare (oppure che ha fatto) ha un senso?
  3. utilità: chi ci guadagna? E chi perde?
  4. peso delle relazioni: è in relazione con qualche altro soggetto? Questa relazione potrebbe “avere un peso” cioè influenzare le sue decisioni?

Le quattro reazioni percettive funzionano come delle lampadine che, sommandosi tra loro, determinano l’intuizione di valore. Ovviamente, persone diverse possono reagire in modo diverso alle medesime situazioni, ma in un gran numero di casi questo meccanismo intuitivo sembra funzionare abbastanza bene ed è alla base non solo delle segnalazioni di illecito (whistleblowing), ma anche dell’innesco delle comunicazioni obbligatorie previste dalla normativa antiriciclaggio (art. 10, comma 4 del d.lgs. n. 231/2007).