Migliora la qualità della domanda di formazione su etica, integrità e prevenzione della corruzione. I numeri di Spazioetico (2022) e le prospettive future
Non ci sono solo i numeri che Spazioetico ha registrato quest’anno (2022) a testimoniare di un incremento della qualità della domanda di formazione sulla prevenzione della corruzione.
Ma forse qualche numero è bene darlo, perché mai come quest’anno abbiamo sviluppato ed erogato così tanta formazione, sia a distanza a-sincrona e sincrona, sia in presenza. Di seguito gli Enti con cui abbiamo collaborato, solo nel 2022:
Enti del Servizio Sanitario Nazionale: Azienda Ospedaliera MEYER Firenze, ASL Bolzano (SABES), AULSS 7 Pedemontana, AULSS 3 Serenissima, AULSS 8 Berica, AUSL Piacenza, USL Toscana Sud Est, ASL Val d’Aosta, ASL Napoli Sud.
Enti Locali: Comune di Milano, Regione Calabria, Regione Trentino-Alto-Adige, Comune di Trani, Comune di Teramo, Comune di Albano Laziale, Comune di Nerviano, Comune di Rho, Comune di San Martino Buonalbergo, Provincia di Forlì-Cesena.
Enti controllati/partecipati: AREXPO s.p.a., ESTAR Toscana, Brianzacque srl, AMOS scrl, TSM (Trentino School of Management), CSBNO (Consorzio Servizi Biblioteche Nord Milano), ASER s.pa Rho.
Dicevamo della qualità della domanda di formazione. Finalmente, forse, usciamo dalla prospettiva di una formazione adempimentale, fatta per dimostrare di averla fatta, ad impatto zero, anzi ad impatto negativo proprio perché fa intendere che la prevenzione della corruzione non ha alcun appiglio con la quotidianità professionale.
Abbiamo Enti che ci commissionano percorsi formativi di identificazione del rischio, di lettura ed interpretazione di fenomeni corruttivi, di valutazione di situazioni di conflitto di interessi, di sviluppo di presidi organizzativi evoluti.
Per questo sono necessari percorsi integrati che associano alla conoscenza dei fenomeni, le competenze per la gestione dei rischi ad essi associati. Tali competenze devono essere applicate a casi concreti per garantire che vengano correttamente internalizzate e devono essere accompagnate dallo sviluppo di procedure o dall’aggiornamento dei codici di comportamento per creare un contesto favorevole alla gestione.
Ad esempio, Arexpo s.p.a. ci ha chiesto di sviluppare le competenze dei propri dipendenti nella valutazione del rischio che emerge dalla presenza di un conflitto di interessi. Per questo, abbiamo costruito un percorso formativo che, partendo da un caso esemplificativo, chiede ai partecipanti di verificare la presenza di un conflitto di interessi, valutare il rischio di interferenze relazionali e adottare soluzioni per la gestione. Il caso contenuto nell’esercitazione, “UNA MONTAGNA DI FANGO”, ricostruisce in quattro atti le dinamiche relazionali e gli interessi, che possono entrare in gioco in un processo esposto a rischio corruttivo. L’esercitazione non è finalizzata ad una verifica dell’apprendimento, ma è, piuttosto, uno strumento di learning by doing, che ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a sviluppare, per via induttiva, maggiori competenze di decodifica delle interferenze relazionali e dei rischi connessi alle interazioni tra interessi primari e secondari. Il corso si chiama “Valutare e gestire le situazioni di conflitto di interessi (Società in controllo pubblico e società partecipate)” ed è entrato a far parte della nostra offerta formativa per questa specifica tipologia di Enti.
La Azienda USL di Piacenza ci ha chiesto di fornire un percorso di accompagnamento e supporto ad una nascente struttura di servizio a sostegno del Responsabile della prevenzione della corruzione aziendale: il “Board aziendale per l’anticorruzione e l’integrità a supporto del Responsabile per la prevenzione della corruzione e la trasparenza (RPCT) e l’antiriciclaggio”. L’Azienda ha ritenuto necessario creare questa struttura in una logica d’integrazione delle attività e delle competenze multidisciplinari. Il raccordo di diverse competenze a supporto dell’RPCT può contribuire a dare una visione unitaria e la necessaria collaborazione a creare un contesto favorevole per una maggior consapevolezza, in tutte le unità organizzative, delle criticità e dei rischi corruttivi cui è esposta l’amministrazione. L’Azienda ci ha chiesto di supportare questo importante sforzo organizzativo attraverso una formazione mirata ai componenti della nascente struttura.
Inoltre, nell’ultimo anno molti Enti ci hanno chiesto di sviluppare percorsi integrati su etica, integrità e regole del Codice di comportamento. Una spiegazione? Sicuramente hanno influito gli aggiornamenti normativi in via di definizione. E’ stato da poco adottato lo Schema di Decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente modifiche al decreto del presidente della repubblica 16 aprile 2013, n. 62, recante “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”. In uno dei passaggi, si legge:
e) all’articolo 15, dopo il comma 5 (“Al personale delle pubbliche amministrazioni sono rivolte attività formative in materia di trasparenza e integrità, che consentano ai dipendenti di conseguire una piena conoscenza dei contenuti del codice di comportamento, nonché un aggiornamento annuale e sistematico sulle misure e sulle disposizioni applicabili in tali ambiti“) è inserito il seguente: «5-bis. Le attività di cui al comma 5 includono anche cicli formativi sui temi dell’etica pubblica e sul comportamento etico, da svolgersi obbligatoriamente, sia a seguito di assunzione, sia in ogni caso di passaggio a ruoli o a funzioni superiori, nonché di trasferimento del personale, le cui durata e intensità sono proporzionate al grado di responsabilità.».
Ma sta anche emergendo la necessità di privilegiare un approccio maggiormente legato allo sviluppo di competenze comportamentali che vanno oltre la prevenzione della corruzione, si integrano con la performance e, insieme, vanno a costruire valore pubblico.
Con il Comune di Milano stiamo erogando una formazione a distanza dedicato a circa 3.000 agenti di Polizia Locale sull’etica e le regole del Codice di comportamento. Le 10 lezioni sul Codice di comportamento, che poi sono entrate a far parte stabilmente della nostra offerta formativa a distanza, presentano un approccio formativo in cui le regole vengono contestualizzate all’interno di casi concreti in cui protagonisti sono agenti di polizia locale. Ognuna delle 10 lezioni si compone di 4 elementi. Una prima videolezione in cui i partecipanti vengono trasportati ogni volta in uno scenario diverso; all’interno degli scenari, l’agente protagonista della narrazione si trova alle prese con dinamiche della vita professionale e privata che coinvolgono una regola del Codice comportamento. Una seconda videolezione illustra il contenuto della regola del Codice di comportamento, dando vita ad un dialogo tra i docenti che mette in evidenza i profili di rischio associati ai diversi comportamenti. Un documento completa il quadro attraverso l’illustrazione della regola del Codice di comportamento nazionale. Il quiz di valutazione fornisce un feedback immediato sul livello di comprensione della regola e sulla capacità di applicarla ad una situazione professionale. Infine, la lettura facoltativa di un articolo che approfondisce il tema permette di avere una visione più ampia dell’argomento.
Anche il Comune di Trani ci ha chiesto di sviluppare un percorso sull’etica e sul Codice di comportamento attraverso le 10 lezioni che, in questo caso, presentano casi specifici contestualizzati nei diversi uffici dell’amministrazione comunale. Questa formazione erogata a tutti i dipendenti del Comune, verrà seguita da ulteriori incontri finalizzati alla revisione del Codice di amministrazione. Gli incontri avranno un approccio laboratoriale e saranno rivolti ai soggetti coinvolti nel processo di aggiornamento del Codice di comportamento: ufficio dell’RPCT, OIV, UPD e ufficio del personale, con eventuale coinvolgimento di altri destinatari identificati dal RPCT.
Insomma, un anno particolarmente intenso, ma che fa ben sperare in un cambio di passo in un campo, l’integrità pubblica, che ne ha particolarmente bisogno, vista la particolare contingenza dell’attuazione del PNRR.
Per i prossimi anni?
Se dobbiamo immaginare sfide ambiziose e trasformative rispetto all’esistente, allora dobbiamo definitivamente abbandonare un modello formativo meramente formalistico, che nega la dimensione umana e relazionale del rischio di corruzione.
La vera prevenzione della corruzione non si realizza attraverso gli adempimenti, ma attraverso azioni concrete, che hanno l’obiettivo di rafforzare l’integrità dei decisori pubblici, cioè la capacità di gestire il ruolo e le aspettative che la collettività nutre nei confronti delle decisioni, delle azioni e della gestione delle informazioni con modalità che non rappresentino una minaccia per l’imparzialità e all’indipendenza della funzione pubblica.
Inoltre, la corruzione e gli altri fenomeni emergenti come le Porte Girevoli, i conflitti di interessi, il sequestro della funzione pubblica, la proliferazione di centri decisionali paralleli, possono contare sulla scarsa qualità individuale dei decisori pubblici e non distinguono tra uffici amministrativi e organi di indirizzo politico. Intervenire esclusivamente sulla “buona amministrazione” non ha consentito e non consente tuttora di gestire adeguatamente le interferenze nei processi decisionali strategici.
Infine, al netto della complessità delle architetture istituzionali della prevenzione della corruzione, e del fatto che esse hanno bisogno di tempo per funzionare, è importante che esse non vengano percepite come delle sovrastrutture e non vengano vissute come dei meri formalismi senza un reale assorbimento nella gestione dei processi decisionali dei decisori pubblici. Un esempio, in questo senso, è rappresentato dalla normativa per la tutela dei segnalanti, che sta per essere modificata a seguito del recepimento della Direttiva UE sul whistleblowing: gli applicativi informatici per la gestione delle segnalazioni, che già da qualche anno le amministrazioni hanno cominciato ad adottare, rischiano di ridursi a inutili gingilli tecnologici, se chi opera e decide all’interno dell’amministrazione non sa cosa e perché deve segnalare e non sa gestire adeguatamente le segnalazioni.
Dunque, il concetto di integrità pubblica e la sua declinazione nei diversi ambiti di intervento non può ridursi al rispetto formale delle attuali regole stabilite nell’ambito della legge 190/2012 e successive integrazioni.
Per i prossimi anni, occorre mettere a sistema il lavoro di Spazioetico di anni: la nostra offerta formativa sarà mirata a costruire o rafforzare specifiche competenze dei decisori pubblici, a tutti i livelli. Competenze di lettura dei fenomeni che generano rischi, competenza di valutazione dei rischi associati, competenze di gestione. Tali competenze possono essere sviluppate a partire dalla conoscenza dei princìpi e delle regole dell’etica pubblica e devono entrare a far parte del bagaglio tecnico dei decisori pubblici, necessario per la costruzione di valore pubblico.
Prevenire la corruzione significa promuovere contesti istituzionali e amministrativi integri, soprattutto in termini relazionali e etici. Occorre progressivamente abbandonare la locuzione “prevenzione della corruzione”, ed adottare in suo luogo “promozione della cultura dell’integrità pubblica”.