Guida pratica all’anticorruzione omeopatica
Come saprete certamente, ci si interroga su più fronti in merito al funzionamento dei meccanismi di selezione e di accesso al lavoro pubblico. Valutazioni per titoli, competenze acquisite, test attitudinali, abilità nel solfeggio, destrezza con asce e coltelli, ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori. Se ne parla molto e ognuno propende per la sua visione, spesso non senza apparenti o reali conflitti di interessi. La caratteristica che accomuna le opposte fazioni è la assoluta assenza di evidenze sul funzionamento dei meccanismi già adottati o solo proposti.
E allora, ci siamo detti, perché non guardare con fiducia ed ottimismo a soluzioni che nel passato hanno dato evidenza di reale efficacia?
Ma che non si dica che Spazioetico “la butta in caciara” su temi fondamentali! Abbiamo altre questioni in campo, altrettanto dirimenti.
Ad esempio, non è chiaro quale sia l’efficacia degli adempimenti anticorruzione previsti dal cospicuo corpus normativo prodotto dal legislatore italiano a seguito dell’adozione della legge 190/2012. Non è chiaro, cioè, se l’applicazione pedissequa delle prescrizioni normative abbia un qualche effetto positivo sull’integrità delle amministrazioni, al netto del peso burocratico che esse apportano.
Purtroppo in Italia non abbiamo contezza di studi recenti che facciano luce su questa controversa questione. Ma mentre gli accademici italiani sono prevalentemente impegnati nelle vaccinazioni, qualcosa si muove a livello europeo. Un recente studio del Parlamento europeo dal titolo “L’efficacia delle politiche sul conflitto di interessi negli Stati membri dell’UE”, almeno per quanto concerne la materia del conflitto di interessi, afferma che aumentare il numero di regole e procedure (cioè, gli adempimenti) non è una strategia efficace per contrastare la corruzione e i conflitti di interessi. E non è un caso che, nei paesi in cui i livelli di corruzione sono più elevati, la quantità di norme e politiche in vigore è maggiore (densità normativa superiore) rispetto ai paesi con livelli di corruzione più bassi.
Inoltre, secondo lo stesso studio, “le politiche vigenti possono essere efficaci solo se gli Stati membri e le istituzioni dell’UE intendono investire nell’attuazione, nel monitoraggio e nell’applicazione delle norme. Benché gli Stati membri e le istituzioni dell’UE prestino maggiore attenzione alle carenze nell’attuazione delle politiche in materia di conflitto di interessi rispetto ad alcuni decenni fa, gli sviluppi attuali generano sempre più oneri amministrativi e burocratici“.
Sarebbe a dire che, da una parte la politica si riempie la bocca con l’adozione di questa o quella legge che individua sempre più adempimenti e obblighi. Dall’altra, la stessa politica abbandona gli eserciti nella mischia, con retrofront davvero imbarazzanti come nel caso della nota vicenda della restituzione del vitalizio ad un parlamentare condannato in via definitiva per corruzione. Un messaggio a tutti sulla reale intenzione di contrastare il fenomeno.
Di fronte ad eventi come questi, che farebbero tremare i polsi anche ai satanassi, il complesso sistema di adempimenti in chiave anticorruzione che le amministrazioni sono chiamate a mettere in campo assomiglia molto ad un protocollo di cure omeopatiche. Si somministrano non avendo alcuna certezza dell’effetto curativo, nella speranza del manifestarsi del cosiddetto effetto placebo.
E dunque una buona dose di anticorruzione omeopatica può sortire effetti positivi. Per questo parole come trasparenza vengono ripetute come mantra benefici: basta avere il placet della bussola della trasparenza. Locuzioni come buona amministrazione lasciano trasparire quella certa ritrosia nel non pronunciare sostantivi sconvenienti: basta che non si parli di corruzione. Il suono di parole come performance è rassicurante ed energico allo stesso tempo: basta definire obiettivi, indicatori e target. La rotazione descrive il positivo impegno di un organizzazione in perpetuo pellegrinaggio verso la santità: basta prevederla nel Piano. Il rischio denota capacità di preveggenza e attenzione: basta riempire a più non posso il catalogo dei rischi. Infine, il whistleblowing, quell’allegro fischiettare, diventa un atto di cooperazione e un’attestazione di fiducia nell’organizzazione: basta avere la piattaforma anonimizzante…
Ovviamente, per chi mette in discussione la concreta operatività di determinate misure nel particolare contesto organizzativo, il destino è segnato. Spesso viene additato come cinico menagramo e relegato all’invisibilità e alla damnatio memoriae.
Accanto all’omeopatia e ai rimedi naturali si è sviluppata negli anni una ricca offerta consulenziale con l’obiettivo di fornire utili indirizzi e prescrizioni. Ad intervalli regolari nuovi preparati fanno il loro ingresso nelle amministrazioni. Il principio attivo è sconosciuto, il più delle volte è inesistente, eppure la semplice “messa a sistema” di soluzioni che vanno poi “implementate“, cioè, “scaricate a terra” (ed altre terrificanti locuzioni del pessimo gergo consulenziale) realizza quella capacità di adempiere inconsapevolmente che tanto ci invidiano all’estero.
Ma ora vi proponiamo alcune delle principali misure adempitivo-omeopatiche da assumere nelle dosi consigliate…
Le magiche proprietà della rotazione. Una boccetta di olio di Rotazione Hordinaria non dovrebbe mai mancare nella dispensa del buon responsabile anticorruzione, insieme all’immancabile tisana alla melissa. E’ tuttavia consigliabile somministrare il suddetto eccipiente in piccoli dosi. La casa produttrice avverte che il preparato limita il consolidarsi di adiacenze improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione. Alcuni recenti studi pubblicati sulla rivista “Viver Sani e Honesti” hanno dimostrato inoltre che poche gocce di olio di rotazione nella vasca da bagno procura benefici effetti sull’elasticità della dirigenza apicale. L’olio di rotazione, dunque, lubrifica gli uffici e consente ai dirigenti di cambiare agevolmente mansione, ma attenzione a non eccedere. Un uso smodato può provocare stipsi e una forte sensazione di generale astenia del corpo organizzativo. In un raro caso è stato osservata una esilarante reazione avversa quando ad un Primario di odontoiatria di un Ospedale pubblico è stata imposta la rotazione nell’ambito del Dipartimento di ginecologia.
Gocce di performance in busta paga. Quando arriva la primavera, i primi caldi e le giornate che si allungano possono interferire con il ciclo della performance dei dipendenti, cioè il ciclo “lavoro/non lavoro” che regola il funzionamento basale dell’amministrazione. Questi disturbi rendono il dipendente fannullone e, si sà, il fannullone è a rischio di corruzione. Alcune gocce di performance diluite nella busta paga possono risvegliare nel dipendente (ma anche nel dirigente) la cosiddetta “memoria del lavoro”. La performance può essere acquistata pura oppure già diluita con aggiunta di magnesio (Performin Forte). Dati i costi elevati di tale prodotto, è consigliabile assumere la performance secondo le dosi e le tempistiche prescritte dal proprio OIV di fiducia. Nei vostri progressi non sarete soli. Grazie al supporto del Team di Analisi Comportamentale (TAC) del governo italiano, ogni dipendente otterrà la giusta dose di nudge (N.B. se non sapete cosa diavolo è il nudge, allora non siete compatible con questo medicinale).
I miracoli della Magistratoterapia. Contrariamente al nudging performante, la magistratoterapia è una misura di prevenzione che sfrutta la naturale tendenza dei giudici a giocare a guardia e ladri e può essere somministrata durante i corsi annuali di formazione obbligatoria: piccole dosi di sentenze terrorizzano quanto basta il dipendente e annullano qualunque velleità corruttiva. I costi sono davvero irrisori, perché il principio attivo della Magistratoterapia è presente non solo nei giudici, ma anche nei finanzieri, nei carabinieri, nei docenti universitari, negli ex dipendenti in quiescenza e nei consulenti in cerca di nuovi clienti e può essere estratto con la tecnica dell’incarico di formazione a titolo gratuito. Attenzione però a non eccedere, perché la Magistratoterapia ha un effetto mesmerizzante e potrebbe causare reazioni avverse. Si consiglia quindi di somministrarla senza ricorrere al fai da te, ma facendo uso dei preparati al terrore disponibili in commercio: i granuli di magistrato (Horror Iudicis 0,01%) oppure le pratiche bustine di corte dei conti (Dann-Erarial 0,2%).
Rischi raschi senza fischi. Contrariamente a quanto si pensa, vedere rischi di corruzione ovunque non è deleterio. Al contrario, sembra rafforzare le risposte anticorpali del sistema etico individuale. In Nuova Zelanda alcune amministrazioni locali organizzano annualmente la Bribery Hunt, una allegra “caccia alla corruzione” in cui i dipendenti, bendati, vengono sfidati a trovare rischi di corruzione abilmente nascosti sotto le scrivanie o in mezzo ai fascicoli dei procedimenti, facendo affidamento esclusivamente sul loro senso dell’odorato. Questo tipo di attività, oltre ad essere fonte di divertimento per il dipendente pubblico, stimola l’epitelio olfattivo, che si abitua ad annusare la corruzione prima ancora che essa sia visibile.
E’ nota, inoltre, la propensione dei Responsabili della prevenzione della corruzione (RPCT) a corredare il proprio Piano di prevenzione della corruzione (altrimenti detto “il bugiardino”) di ogni rischio possibile e immaginabile. A questo proposito vorremmo caldamente suggerire un farmaco davvero infallibile. Si tratta del Softwerin un presidio omeopatico-terapeutico che si somministra per uso tattile, in grado di catalogare ogni rischio di corruzione in pochi click e di donare sollievo all’incerto RPCT. Dalla “modalità di gestione dei procedimenti atte a favorire interessi particolari”, alla “mancata verifica dei requisiti per ottenere un’autorizzazione o un contributo”. Per non parlare della “definizione dei contenuti di un bando di gara, al solo fine di favorire un operatore economico particolare” e della “liquidazione delle fatture senza previa accurata verifica dello Stato di Avanzamento Lavori (SAL)”. Ogni evento rischioso viene attentamente individuato dall’intelligenza artificiale che è alla base dell’algoritmo di softwerin. L’anticorruzione con un click è assicurata e le amministrazioni garantiranno la produzione di un Allegato 1 al Piano corposo ed inattaccabile (anche se completamente inutile). Meglio di così?
Trasparenza, ma non troppo! La trasparenza è da molti ritenuta la panacea contro la corruzione. E sono ormai molti i prodotti in commercio, che possono essere mescolati ai normali detersivi usati per la pulizia degli uffici, al fine di spalmare la trasparenza su tutta la superficie dell’amministrazione. Il lucido di amministrazione trasparente è senza dubbio il preparato più diffuso: viene venduto in flaconi da 3, 5 o 10 litri e quindi si adatta agli enti di maggiori dimensioni. Per gli enti più piccoli, ma anche per le amministrazioni più esigenti, una valida alternativa è rappresentata dalla Pomata di Accesso, nelle varianti Civico e Generalizzato. Questa pomata contiene glicerina ed estratto di semi di accesso, un arbusto che cresce naturalmente in Svezia e nelle case di vetro, ma che difficilmente si radica in Italia. La Pomata di Accesso è la versione moderna di un famoso rimedio della nonna, risalente al 1990, il Documental 241, che ha curato le ginocchia sbucciate di molti destinatari di procedimenti, scivolati su un silenzio-diniego. Le misure di trasparenza devono essere maneggiate con cura, evitando, per esempio, di mescolare i prodotti. Inoltre, un uso eccessivo può causare problemi di privacy anche molto gravi, risolvibili solo con massicce iniezioni di Sanzione del Garante.
Un test non si nega a nessuno. Finiamo la nostra rassegna della omeopatia adempimentale in chiave anticorruzione con una carrellata di test che possono essere usati in occasione di procedure di selezione, affidamento o cooptazione. L’arrivo di un nuovo dipendente o di un nuovo consulente è sicuramente un momento di grande gioia per le amministrazioni, ma è anche fonte di ansia: sarà onesto? Andrà tutto bene durante la selezione? Qualcuno ricorrerà al TAR? Meglio i titoli o le competenze? Meglio un/una giovane o un/una referenziato/a? Sono domande e preoccupazioni del tutto naturali, soprattutto per chi è alla prima procedura selettiva! Purtroppo, non esistono ancora indagini preassuntive che consentano (con una semplice ecografia) di verificare lo stato di onestà del dipendente. E non possono più essere adottati antichi metodi di selezione, quali la camminata sui carboni ardenti o l’ordalia del fuoco. E quindi dobbiamo affidarci ad una serie di test empirici, usati fin dalla notte dei tempi dalle levatrici e dai commissari di concorso. Il primo di questi test (e anche il più diffuso) è la prova della mela marcia: prendete un cesto di mele biologiche croccanti e succose, mettete nel cesto una mela marcia e chiedete al candidato di mettere la mano nel cesto e prendere un frutto a caso. Se pesca la mela marcia, scartate mela e candidato! Un secondo test, più raffinato, prevede l’uso dei cristalli purificati ed è particolarmente indicata nei processi di cooptazione degli esperti nelle task force e nelle commissioni consiliari: mettete il candidato in una stanza buia, in piedi, con il cristallo nella mano sinistra (i candidati mancini devono tenere il cristallo con l’altra mano). Se il cristallo si accende, il candidato è sicuramente onesto. Verificate personalmente l’effettiva accensione del cristallo, perché alcuni candidati infidi, lasciati soli nella stanza, potrebbero dichiarare il falso. I due metodi precedenti sono difficili da attuare in caso di concorso pubblico con un elevato numero di candidati.
Come per tutti i gesti reiterati in cui prevale la ritualità sull’efficacia, il rischio sembra essere la dipendenza. In questo caso, la adempi-dipendenza. Domandiamoci: siamo davvero pronti ad abbandonare l’idea di non aggiornare il Piano triennale? Cosa succederà se non pubblicheremo il reddito dell’amministratore? A quali estreme conseguenze arriveremo se non aggiorneremo il catalogo dei rischi?
Come dei rabdomanti vagheremo alla ricerca di un compito. Fino a che un politico illuminato detterà la nuova agenda di epocali riforme. Torneremo finalmente ad adempiere e ad assaporare il lento sciogliersi della pastiglia sotto la nostra lingua.