CONFLITTO DI INTERESSI: una firma in calce ad una modulo è sufficiente a gestire il vero fattore abilitante della corruzione?

Il CONFLITTO DI INTERESSI è il più importante “precursore” della corruzione. Pensiamo davvero di affrontarlo seriamente con le dichiarazioni di assenza e presenza attualmente richieste dalla normativa?

La nostra tesi è che il conflitto di interessi è il vero fattore abilitante delle dinamiche corruttive e come tale dovrebbe essere al centro delle politiche e delle strategie di prevenzione della corruzione.

L’attuale configurazione della gestione del conflitto di interessi in Italia è assai discutibile, tutta centrata su procedure di emersione formali e burocratiche che non prendono in alcuna considerazione né la consapevolezza degli agenti pubblici, né quella delle amministrazioni che dovrebbero gestirli.

C’è molto da fare su questo tema, ma ci dobbiamo chiedere se, oltre la compilazione dei moduli, o la firma apposta in calce alla dichiarazione di assenza di conflitto di interessi, si possano trovare soluzioni più mirate ed adeguate; se non sia il caso, cioè, di lanciare una “sfida” agli agenti pubblici sul piano della consapevolezza e della responsabilità.

Esiste una generale sottovalutazione del conflitto di interessi da parte degli agenti pubblici e delle amministrazioni. Oppure, una sovrapposizione tra conflitto di interessi e corruzione, che è uno dei sintomi della scarsa consapevolezza del fenomeno.

La conseguenza è che le persone hanno paura a far emergere gli eventi critici che modificano le relazioni e le reti di collegamento, generando nuovi interessi o intensificando vecchi interessi, perché pensano che verranno messi sotto accusa dall’organizzazione e dall’opinione pubblica.

Perciò, le situazioni emergono solo quando il “conflitto” esplode, o non emergono affatto.

D’altra parte un’affermazione come la seguente: «Le persone oneste non temono il conflitto di interessi», sebbene rassicurante per molti quanto a trasparenza e indipendenza di giudizio, tuttavia non è una affermazione corretta, dal punto di vista del rischio di corruzione.

In effetti, un dipendente pubblico, anche in buona fede, può trovarsi direttamente o indirettamente al centro di un conflitto di interessi che non ha nemmeno lontanamente percepito.

In altri Paesi il conflitto di interessi si rapporta ad una situazione che comincia ben prima dell’emersione di un conflitto. In Italia, anche tali eventi anticipatori sono considerati, a volte, dei comportamenti illeciti.

Pertanto, è sbagliato attribuire agli operatori pubblici che sviluppano o mantengono reti di relazioni e promuovano collegamenti di interessi autonomamente da quelli promossi dalla pubblica amministrazione, il marchio di “criminale”.

A patto che tali interessi siano fatti emergere e, nei casi in cui dovessero influenzare in maniera inappropriata le decisioni, le attività o la reputazione dell’organizzazione pubblica, siano gestiti attraverso condotte predeterminate e trasparenti.

Per coloro che, invece, promuovono consapevolmente interessi secondari a scapito degli interessi primari non ci deve essere spazio.

In questi video proviamo a sgombrare il campo da alcune false impostazioni che spesso avvolgono il tema del conflitto di interessi.

Un conflitto di interessi non gestito o gestito con una certa indulgenza comunica all’organizzazione un messaggio di disimpegno della leadership o, peggio, di collusione che è, in molti casi, prodromico alla corruzione.

Spazioetico ha approfondito il tema del conflitto di interessi, di cosa c’è prima, di come il conflitto di interessi orienti i comportamenti e di come sia centrale il ruolo della RELAZIONI. Nell’e-book “L’etica delle relazioni dell’Agente pubblico” descriviamo almeno 4 diverse tipologie di conflitti di interessi e suggeriamo che la prevenzione della corruzione si occupi, prevalentemente, di questo importante precursore della corruzione.

COPERTINA_ETICA_DELLE_RELAZIONI


Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 4.0 Internazionale.