Dialoghi sul conflitto di interessi (parte quarta). COME I GALLI IN UN POLLAIO
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PARTE QUARTA
Massimo: allora Andrea, hai visto la BUFALA, cioè, la fakenews sul profilo Facebook di @spazioetico?
Andrea: Sì, eccola.
Andrea: Ma chi è questo Bruno Dall’Osso? Nell’articolo leggo che ufficialmente lavora come consulente per la Gammaraggi s.r.l. e per altre aziende, ma, secondo gli inquirenti, è una sorta di cacciatore di teste, che faceva da intermediario tra medici disposti a farsi corrompere e ditte che producono apparecchiature radiografiche di scarsa qualità. Insomma un faccendiere. Un tipo inquietante…
Massimo: E’ un ex radiologo di un ospedale pubblico. Io lo conoscevo. Non era un luminare, intendiamoci, ma era bravo, uno dei tanti che faceva bene il suo lavoro e ci teneva alla salute dei pazienti.
Andrea: Chissà come si sarà andato ad infilare in questo enorme pasticcio. A quanto mi dici sembrava una persona onesta.
Massimo: Più che “sembrava” potrei sbilanciarmi a dire che “era” una persona onesta. Avrei potuto metterci tutte e due le mani sul fuoco. Ma le vicende della vita ci portano a prendere delle decisioni. Te la voglio raccontare questa storia perché mentre ti ascoltavo parlare, nei precedenti dialoghi, mi hai fatto ricordare di questo Dall’Osso. Tutto ha inizio nel 2012.
Andrea: Ok, sono pronto, io seguo il tuo racconto e provo ad infilarmi quando serve per chiarirci meglio le idee.
Ottobre 2012.
Il dottor Dall’Osso presta la sua opera come radiologo presso l’Azienda Ospedaliera Marie Curie di Caciucco, in provincia di Roma.
Il suo ospedale possiede uno strumento di diagnostica per immagini che lui utilizza quotidianamente.
Il macchinario è prodotto dalla «Gammaraggi s.r.l.», una nota azienda, leader nello sviluppo di dispositivi medici poco invasivi per procedure diagnostiche e terapeutiche. L’azienda lavora su tutto il territorio nazionale.
Purtroppo il software è piuttosto instabile e la macchina è spesso costretta a fasi di manutenzione che ne pregiudicano l’operatività.
Il dottor Dall’Osso ha nel tempo consolidato un giudizio assai negativo del macchinario, anche perché il servizio di manutenzione offerto dalla Gammaraggi s.r.l. è davvero scadente, secondo i suoi parametri.
L’incaricato della ditta a volte non si presenta nemmeno agli appuntamenti fissati.
Massimo: In questa prima “scena”, seguendo le istruzioni che hai brillantemente descritto nel precedente dialogo, emerge subito un primo interesse. E’ l’interesse “G’ del nostro protagonista, il dottor Dall’Osso, nei confronti della Gammaraggi s.r.l.. Ed è minimo, anzi diremmo che è un vero e proprio “interesse negativo”, vista la qualità scadente dell’attrezzatura e la inaffidabilità della manutenzione.
Andrea: Per essere più precisi, direi che G è “sotto soglia”, cioè così poco intenso da non orientare le decisioni del nostro protagonista. Un interesse con cui “non si va da nessuna parte”. Ci sono altri interessi?
Massimo: A guardar bene esiste anche un secondo interesse di Dall’Osso, un po’ nascosto. Ed è l’interesse, direi l’attenzione, che egli mostra verso l’utenza. Si può riassumere con questa semplice frase: “per curare bene i pazienti devono essere utilizzati i migliori macchinari”. E’ un interesse che si manifesta attraverso i sentimenti di frustrazione ed impotenza che egli mostra nel constatare la pessima qualità del macchinario e la superficialità della ditta produttrice. Se non ci fosse, Dall’Osso non se ne farebbe un dramma. Ho l’impressione che sia un interesse che rimanda direttamente al principio di “buon andamento” che è scolpito come una pietra sulla nostra Costituzione.
Andrea: Esatto! Siamo di fronte ad un Interesse Primario. Ricordi? Nel primo dialogo abbiamo definito “conflitto di interessi” la situazione in cui l’interesse secondario di un agente tende a interferire con l’Interesse Primario del suo principale.
Indichiamolo con “IP”. Dall’Osso valuta le apparecchiature del suo reparto usando IP come criterio. E IP, ovviamente, diventa negativo, quando si tratta di valutare le apparecchiature della Gammaraggi s.r.l.
IP è molto forte e influisce su G: ne riduce l’intensità, lo obbliga a stare sotto la soglia di attivazione. IP e G sono come due galli in un pollaio. IP è più forte e sbatte G fuori dal processo decisionale (perché per un interesse essere sotto soglia equivale a essere fuori gioco del tutto).
Massimo: Quindi potremmo dire che IP è un interesse “dominante” che scaccia via G. Mi piace la tua metafora e ho deciso che d’ora in poi ci riferiremo alle interferenze di questo tipo chiamandole “effetto gallo nel pollaio“!
Andrea: E’ importante definire IP con un certo grado di dettaglio perché è un interesse dominante e influenza pesantemente l’intensità degli altri interessi.
Massimo: E’ vero, è difficile da cogliere questo interesse. A volte in aula faccio fare delle apposite esercitazioni per identificare correttamente un interesse primario. Le persone lo sottovalutano oppure lo identificano in maniera troppo generica, tipo “combattere la fame nel mondo”.
Comunque, ritengo di poter disegnare il mio primo grafico, ho le informazioni che mi servono:
Andrea: Ok. Dal grafico si vede che la differenza di intensità tra IP è G è talmente elevata, che G non può influenzare le scelte di Dall’Osso. Però guardando il grafico non capisco perché lui, a un certo punto, si metterà al servizio della Gammaraggi s.r.l. Devono essere intervenuti degli “eventi critici” …
Massimo: Non correre troppo! Siamo solo all’inizio! Se andiamo avanti con la narrazione del caso, vedrai che di eventi critici ne avrai quanti ne vuoi!
Febbraio 2013
Il contratto di manutenzione con l’azienda termina. Il prodotto è ormai obsolescente e occorre acquistarne uno nuovo.
L’ospedale inserisce il nome del dottor Dall’Osso nella Commissione tecnica che valuterà le offerte provenienti dai diversi operatori economici.
Presumibilmente, anche la Gammaraggi s.r.l. che aveva precedentemente fornito l’apparecchiatura all’ospedale parteciperà alla gara.
Dopo aver appreso la notizia del suo inserimento nella Commissione, il dottor Dall’Osso non può esimersi dal condividere con il Presidente tutti i suoi dubbi sulla capacità della Gammaraggi s.r.l..
Addirittura il dottor Dall’Osso esprime perplessità in merito alla opportunità di far parte della Commissione stessa, visto il pregiudizio che egli nutre nei confronti della azienda fornitrice.
Ma il Presidente della Commissione categoricamente respinge i dubbi al mittente: «Tu sei qui proprio perché sei l’unico in grado di giudicare questi macchinari, dal momento che li utilizzi tutti i giorni. A bocce ferme sembrano tutti dei gioielli! Ma non ci possiamo permettere di comprare un bidone una seconda volta!»
Massimo: A Dall’Osso viene il dubbio di poter influenzare il processo di valutazione delle offerte tecniche, visto il suo pregiudizio nei confronti della Gammaraggi s.r.l., ma il suo Presidente individua, proprio nella sua esperienza diretta, il valore aggiunto che giustifica il suo far parte della Commissione. Che ne pensi?
Andrea: Mi sembra di capire che anche l’ospedale abbia degli interessi che interferiscono con gli interessi di Dall’Osso.
Massimo: Dall’Osso tentenna. Potremmo dire che vive un “dilemma”. Perché, secondo te? Prima abbiamo scoperto l’interesse primario IP che abbiamo identificato con la frase: “curare bene i pazienti attraverso l’utilizzo dei migliori macchinari”. Ma forse c’è anche un secondo interesse primario…
Andrea: Sì, secondo me abbiamo un secondo interesse primario di Dall’Osso. Ed è l’interesse all’imparzialità, cioè: “ad essere equidistante dai vari interessi privati, evitando di favorire o ledere un interesse piuttosto che un altro”. Potremmo indicare questo nuovo interesse primario con la lettera “E”.
Massimo: Cioè, avendo consolidato nel tempo un vero e proprio pregiudizio nei confronti della Gammaraggi s.r.l., Dall’Osso teme che la sua presenza in Commissione rischi di influenzare, negativamente per la ditta, anche il processo decisionale degli altri componenti. In realtà non sa come andrà veramente in Commissione, ma lui considera con una certa attenzione tale rischio. Tra l’altro, è l’unico soggetto davvero esperto di macchinari di quel tipo.
Dall’altra parte, ritiene che far parte della Commissione sia una sua precisa responsabilità, a cui è stato chiamato (e richiamato) dalla sua organizzazione.
Per questo mi viene da pensare che l’interesse E deve avere la stessa intensità dell’interesse primario, cioè, di IP (E = IP). E’ questa equivalenza di interessi che genera il dilemma di Dall’Osso!
Andrea: E ti dirò di più. Non c’è solo una equivalenza di interessi: IP reagisce positivamente all’opportunità di partecipare alla Commissione (per garantire ai pazienti i migliori macchinari); mentre E, al contrario, reagisce negativamente, perchè Dall’Osso non sarà mai imparziale, viste le precedenti esperienze negative con la Gammaraggi s.r.l.!
Massimo: IP+=E- ! Gli interessi si polarizzano ed è per questo che lui percepisce la presenza di un conflitto di interessi.
Andrea: Dài, Massimo ora hai tutte le informazioni per disegnare il nostro secondo grafico.
Massimo: Eccolo! Ho anche indicato che IP ed E sono equivalenti:
Massimo: Diavolo, se avesse avuto questo strumento di valutazione la sua intuizione l’avrebbe potuta visualizzare. E come lui, anche la sua organizzazione.
Andrea: Non ti compiacere troppo, Massimo. Ho come l’impressione che nel grafico manchi qualcosa, ma non capisco cosa. Proviamo a vedere come va avanti il caso…
Aprile 2013
La gara viene eseguita e la Gammaraggi s.r.l. perde la commessa.
Non sappiamo quale ruolo abbia avuto Dall’Osso in Commissione e nemmeno ci interessa più di tanto, fatto sta che la Gammaraggi s.r.l. si deve fare da parte.
Massimo: Se dovessi guardare la vicenda dal punto di vista dell’Ospedale, direi che è andato tutto bene: ci siamo liberati della Gammaraggi s.r.l. e dei suoi macchinari inefficienti! Anche il dott. Dall’Osso dovrebbe essere soddisfatto!
Andrea: Sì, ma questo è il punto di vista dell’Ospedale, che riflette l’interesse dell’organizzazione. Chiamiamo “A” questo interesse, cioè l’interesse “a scegliere il miglior fornitore”. Ovviamente, l’Ospedale ha il massimo interesse a scegliere il miglior fornitore… perché lo paga!
Massimo: Adesso capisco! Dobbiamo includere A nel grafico. Dall’Osso chiede consiglio al Presidente della Commissione, per uscire dal dilemma e il Presidente gli dice: «Tu sei qui proprio perché sei l’unico in grado di giudicare …non ci possiamo permettere di comprare un bidone una seconda volta!». E lo convince a partecipare alla Commissione!
Andrea: Esatto! Qui troviamo una somma di interessi. Te ne ho parlato nel precedente dialogo: se ci sono più di due interessi polarizzati, gli interessi con lo stesso segno si sommano. Nel nostro caso tutti gli interessi hanno la stessa intensità (A = IP = E). Tuttavia, A reagisce positivamente alla possibilità che Dall’Osso partecipi alla Commissione, proprio come IP. La somma degli interessi è A+ + IP+ > E-: Dall’Osso deciderà di andare in commissione.
Massimo: Possiamo includere A, l’interesse dell’Ospedale, nel nostro grafico, anche se non si tratta di un interesse di Dall’Osso?
Andrea: Certo che possiamo! L’interesse A è supportato dalla rete di collegamento di Dall’Osso e in particolare è supportato dalla relazione Principale/Agente. Dall’Osso, in quanto Agente è chiamato a fare gli interessi del principale, quindi A è anche un suo interesse:
Massimo: Quindi possiamo includere nel grafico anche l’interesse dell’Ospedale. E già che ci siamo, possiamo anche rappresentare la struttura del processo decisionale che ha “spinto” Dall’Osso in Commissione.
Andrea: Fai bene a usare il verbo “spingere”: secondo me Dall’Osso è stato forzato, contro la sua volontà, ad andare in Commissione. Aveva un dilemma derivante dal conflitto tra due interessi primari, per lui ugualmente importanti: IP ed E. L’Ospedale (nella persona del Presidente) non ha saputo farsi carico di questo conflitto: ha semplicemente ricordato a Dall’Osso che doveva allinearsi agli interessi dell’organizzazione, non considerando E.
Massimo: Non sei un po’ troppo severo nei confronti dell’Ospedale? Del resto, se le amministrazioni pubbliche dovessero farsi carico di ogni dubbio che i componenti delle Commissioni pongono… Entrare a far parte di in una Commissione significa, da una parte, essere percepiti come validi professionisti, sia sotto il profilo tecnico che di affidabilità di giudizio, e questo è un fattore incentivante. Dall’altra parte, responsabilità, investimento in tempo e attenzione rappresentano fattori disincentivanti.
In fin dei conti, è Dall’Osso che deve prendere una decisione: “devo o non devo far parte di Commissioni di valutazione per il mio ospedale”?
Andrea: Non mi tacciare di eccessiva rigidità, ti prego! Ritengo che siamo davanti ad un momento cruciale, che spiegherà alcune delle dinamiche successive. Per ora ci basti sapere che, nel momento in cui Dall’Osso decide di andare in Commissione, la somma A + IP diventa dominante. Sai con quale effetto?
Massimo: Non mi dire! Effetto “gallo nel pollaio”?
Andrea: Hai indovinato. A + IP ha intensità doppia di E e lo mette fuori gioco: E finisce sotto la soglia di attivazione:
Massimo: Bel risultato davvero! Da adesso in poi, l’unico interesse di riferimento del povero Dall’Osso saranno solo IP ed A… E’ questo che intendevi quando mi ha detto di non considerarti troppo rigido con l’Ospedale? La scarsa attenzione verso E promossa dalla stessa organizzazione pubblica, afferma un certo “atteggiamento” che, proprio perché posto in essere dalla leadership, determina la cultura organizzativa, o, se vuoi, il “clima etico” di quel contesto lavorativo pubblico.
Andrea: Forse comincio a capire perché Dall’Osso è finito così male… però non capisco ancora come abbia fatto G ad uscire dal “limbo” dell’inattività: qualcosa, qualche interesse dominante, deve avere fatto aumentare l’intensità di G oltre la soglia di attivazione. Ma questo interesse non può essere stato IP, e nemmeno A, perché la Gammaraggi s.r.l. produceva dei pessimi macchinari…
Massimo: Caro Andrea, tu sei un filosofo… e si sente! Ti piace parlare difficile: “uscire dal limbo”, “interesse dominante”, “soglia di attivazione”… provo a tradurre la tua riflessione per i lettori di @spazioetico: tu ti stai chiedendo perché l’interesse per la Gammaraggi s.r.l. ad un certo punto è cresciuto. Perché Dall’Osso, che ci teneva così tanto a usare i macchinari migliori (e lavorava in un Ospedale in cui si sceglievano solo i migliori fornitori) a un certo punto si è messo al servizio della Gammaraggi s.r.l.? Deve essere intervenuto qualche evento critico…
Andrea: Sì, volevo dire più o meno questo…
Massimo: Adesso Andrea forse lo capirai! Preparati ad un bel salto temporale. Per quattro anni l’interesse di Dall’Osso verso la Gammaraggi s.r.l. è rimasto effettivamente inattivo. Pareva quasi “evaporato”. Nessun contatto, nessuna interlocuzione, se non sporadiche mail e, a Natale del 2013, un’agenda. Ma poi…
Andrea: Poi? Non tenermi sulle spine! Cos’è successo di così rilevante, nel 2017?
Massimo: Credo sia meglio parlarne nel prossimo post. I nostri poveri lettori devono ancora metabolizzare l’effetto “gallo nel pollaio”…
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